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Burundi: Le sfide dell’ONU

Processo elettorale e ristrutturazione dell’esercito sono le principali sfide della forza di pace dell’Onu, da ieri in Burundi per sostituire la Miab (Missione africana di pace per il Burundi)

di Joshua Massarenti

I burundesi ?sono chiamati ad accentuare i loro sforzi per rispondere ai problemi più urgenti del loro Paese. Penso alla preparazione delle elezioni, al disarmo, alla smobilitazione degli ex combattenti e alla riforma del sistema di sicurezza?. Queste le considerazioni formulate ieri dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per via del suo portavoce. Le parole di Annan coincidono con l?arrivo della forza di pace dell?Onu in Burundi (Onub) per rivelare la Missione africana (Miab) e per garantire il mantenimento della pace in un Paese confrontato da ormai dieci anni ad una guerra civile che ha provocato la morte di oltre 300.000 persone.

Annan ha particolarmente insistito sulla necessità di risolvere al più presto le questioni dell?esercito e del processo elettorale. Due processi ?attualmente bloccati che rappresentano i pericoli maggiori per il processo di pace burundese? ha confessato all?Afp un diplomatico europeo in servizio a Bujumbura (capitale del Burundi).

Sul processo elettorale, è attualmente in atto uno scontro politico tra il capo di Stato Domitien Ndayizeye e l?ex principale movimento ribelle FDD (Forze per la difesa della democrazia) guidato da Pierre Nkurunziza. Al centro del conflitto, la data del 31 ottobre 2004 per cui sono previste in Burundi le prime elezioni comunali e legislative dal 1993. Da parte sua, Ndayyzeye insiste affinché vengano ?risolti alcuni aspetti politici? prima dell?appuntamento con le urne, senza escludere un rinvio del voto. Al contrario, le FDD premono affinché sia rispettato l?agenda della pace fissata con gli accordi di Arusha del 2000, che prevedevano un governo di transizione triennale in scadenza a novembre di quest?anno.

Una lancia in favore delle FDD l?hanno spezzata lo scorso fine settimana i mediatori sudafricani respingendo da Pretoria ? dov?era in corso un incontro tra una delegazione del presidente burundese e il team chiamato a coordinare il processo di pace ? la proposta di Ndayizeye di rinviare le elezioni. Secondo alcuni fonti diplomatiche locali, le pressioni per rinviare le elezioni giungono anche dai politici tutsi, i quali temono un sistema elettorale ?un uomo, un voto?, essendo gli Hutu maggioritari in Burundi.

A Vita, il direttore di gabinetto del leader delle FDD (partito cosiddetto pro-Hutu), Joseph Ntakarutimana ha dichiarato che ?alcuni leader dell?Uprona, l?ex partito unico pro Tutsi, non vogliono affrontare il rischio di perdere le elezioni e quindi i loro posti di potere. Tuttavia?, ha aggiunto, ?confidiamo nella nuova generazione di politici di questo partito per rispettare le scadenze del processo di transizione. Ad ogni modo, l?Uprona non può sfidare i mediatori sudafricani?.

L?altra grande sfida riguarda invece la nascita di un nuovo esercito secondo quanto previsto dagli accordi del 2000 per cui i poteri della nuova armata burundese dovrebbero essere suddivisi in modo equo tra Hutu e Tutsi. Ma prima di affrontare il problema del nuovo esercito, l?Onub dovrà risolvere quelli relativi alla smobilitazione degli ex combattenti e al disarmo dell?attuale esercito. Il suo portavoce Manirakiza ha già espresso il suo rifiuto a che ?l?Onub assuma il controllo del disarmo fino a quando ci sarà la guerra con le Fnl?, l?ultimo movimento ribelle Hutu in lotta contro l?armata burundese dominata da una minoranza di Tutsi provenienti dalla regione di Bururi (sud del paese).

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